Salone d’onore Villa Olmo, Como
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
In caso di impossibilità a partecipare inviare una mail di disdetta a parco@villadelgrumello.it
Salone d’onore Villa Olmo, Como
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PROGRAMMA
Azione danzante con marionetta
Di e con Elisabetta Ingino
Costume di Francesca Traverso
Un’azione performativa che arriva da un incontro, dall’ascolto del luogo; un passaggio che si fa memoria in un altro tempo … il tempo del riverbero
Elisabetta Ingino si forma presso il Teatro Arsenale di Milano e all’ Accademia di Belle Arti di Brera. Si trasferisce a Parigi e poi a Barcellona per studiare danza butoh e teatro fisico con maestri come Masaki Iwana e Tadesho Endo, Claire Heggen e Anatoli Vassiliev.
Attualmente la sua ricerca si sviluppa in un teatro in relazione con il linguaggio espressivo del corpo e delle marionette.
con Valentina Dal Mas
coreografia Michele Abbondanza e Antonella Bertoni
Produzione Compagnia Abbondanza/Bertoni
Varcare la soglia
per un ritorno a casa con la spesa.
Alimentare il corpo
e in questo varco
diventare a nostra volta
alimento dello spazio che abitiamo e che ci abita;
all’arrivo nel “privato” non più esposti,
possiamo levare la maschera di generici gourmand e,
nel privè del nostro essere,
far diventare il tavolo
il nostro spigoloso mappamondo.
Il corpo vi si spalma,
lo contorna e si sforma
dipanandosi in racconto privato.
Privato di tutto
ma non di rabbia, anima e fame:
tra maquillage
e apparecchiamenti
arcimboldeschi,
il dolce-salato
di piccole confessioni.
M.A.
Valentina Dal Mas si forma nell’ambito della danza e del teatro a Parigi e in Italia. Dal 2012 attraversa numerose esperienze come danzatrice e attrice fino a trovare due punti di relazione professionale e umana duraturi nel tempo, la Compagnia Abbondanza/Bertoni dal 2014 e La Piccionaia-Centro di Produzione teatrale dal 2016.
Intraprende un suo percorso autorale indipendente e nel 2017 vince il Premio Scenario Infanzia con lo spettacolo Da dove guardi il mondo?
Espande la sua professione all’ambito socio-educativo e ai contesti di cura, proponendo laboratori di teatro-danza nelle scuole pubbliche, nelle Case di Cura per anziani, nelle cooperative sociali che si occupano di persone con fragilità di varia natura, presso il carcere di Montorio (VR), AMA (Associazione Malattia Alzheimer) e studi pedagogici.
Compagnia Abbondanza Bertoni
Dal 1989, anno della prima serata a loro firma, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni hanno tracciato un cammino che oggi li identifica indiscutibilmente come i maestri del teatro danza italiano.
Con la Compagnia Abbondanza/Bertoni hanno esplorato le più diverse poetiche pur rimanendo sempre fedeli a un loro personalissimo e riconoscibile vocabolario coreografico e umano.
Stanziali dal 2005 al Teatro alla Cartiera di Rovereto, ma sempre erranti nell’animo, Michele e Antonella muovono la loro danza dall’urgenza di dare forma a una visione che, attingendo a diverse esperienze, da quella con Alwin Nikolais agli studi con Dominique Dupuy, passando per il lavoro con Carolyn Carlson e per la pratica dello zen, contrappone immagini, corpi e suoni che vibrano attorno a un concetto, a un’idea.
È da questi moti dell’animo che nascono di volta in volta i più svariati progetti. Non è una danza comoda, quella di Michele e Antonella, che cerchi il consenso incondizionato e il plauso del pubblico; è una danza che pone domande senza dare risposte, che smuove e fa vacillare senza offrire un sostegno, scalfendo in modo indelebile certezze e preconcetti per trasportare in un viaggio che avrà inevitabilmente esito incerto.
Musica di Vittorio Montalti
Coreografia di Stefania Ballone
Interprete Stefania Ballone
La coreografia è una ricerca continua su movimenti che si spingono oltre i limiti di forma e di equilibrio, esplorando zone fisiche al confine dei gesti prestabiliti.
Il rapporto con la musica e i suoni che irrompono stimolano la rottura del movimento continuo e aprono a nuove direzioni. I limiti rappresentano la spinta per ristabilire differenti relazioni, coabitazioni, con il corpo, il gesto e i sensi.
La dimensione è quella di uno spazio intermedio tra il gesto definito e il gesto da ridefinire. In questo processo c’è una tensione costante che genera una ricchezza di forme e dinamiche sempre diverse tra loro. L’atmosfera è rarefatta. In Tell me a story la danza è in stretta connessione con i suoni prodotti e le atmosfere che si susseguono si fondono in un unico discorso organico, ricco di sfaccettature che si articolano dall’interno.
Stefania Ballone, inizia gli studi di danza presso l’Accademia Nazionale di danza a Roma e nel 2000 si diploma alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, nel cui corpo di ballo partecipa atutte le produzioni con anche ruoli da solista.
Ha danzato in festival internazionali e ricevuto numerosi premi come danzatrice. Laureata in Lettere moderne e Scienze del Teatro e coreografa di successo, le sue opere sono state eseguite in importanti teatri e festival in Italia e all’estero. E’ co-direttrice artistica di “Human Signs”, opera multimediale di Yuval Avital, presentata alla Biennale Manifesta 2020 e al Loop Festival di Barcellona 2021. Contributi scientifici sulla danza. Artista associata al Festival Milanoltre, è anche coinvolta nel Centro di ricerche degli studi sulla filologia della danza dell’Università di Bologna dal 2023.
Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano/Accademia alla Scala
Fondata nel 1813 da Francesco Benedetto Ricci come “Imperial Regia Accademia di Ballo”, la Scuola di Ballo ha visto avvicendarsi alla direzione celebri ballerine e prestigiosi maestri quali Carlo Blasis, Enrico Cecchetti, Ettorina Mazzucchelli, Esmée Bulnes, Elide Bonagiunta, John Field, Anna Maria Prina oltre allo stesso Olivieri, solo per citarne alcuni.
La Scuola scaligera ha formato artisti come Carla Fracci, Liliana Cosi, Luciana Savignano, Oriella Dorella, Roberto Fascilla, Roberto Bolle, Massimo Murru, Gilda Gelati, Mara Galeazzi, Marta Romagna, Gabriele Corrado, Alessio Carbone, Nicoletta Manni, Rebecca Bianchi, Sara Renda, Angelo Greco, Jacopo Tissi, Virna Toppi, Martina Arduino. All’epoca della fondazione gli allievi erano 12, oggi sono 198.
Autori e interpreti Filippo Domini e Erik Zarcone
da un’idea di Roberto Zappalà
una produzione Scenario Pubblico / Centro di Rilevante Interesse Nazionale per la Danza
con il sostegno di MIC Ministero della Cultura e Regione Siciliana Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo
Diverse sono le modalità dell’essere diplomatici. La comunicazione non verbale presuppone, allo stesso modo di quella verbale, la presenza di due o più interlocutori. Etimologicamente, la parola diplomazia è di origine greca, formata dalle parole “diplo” che significa “raddoppiato in due” e dal suffisso “-ma” che esprime “il risultato di un’azione”. Uno strumento essenziale della diplomazia è il negoziato. Nell’interazione tra due diversi corpi si avverte l’esigenza di trovare un territorio comune, una sorta di “punto d’incontro”. La diplomazia del corpo è strettamente collegata alle parole “tatto” e “finezza”. “Vestire la diplomazia” nasce dall’esigenza di indagare l’abilità dell’accortezza, della cautela, della circospezione e della finezza, in un intrecciato processo di scoperta dell’altro.
Filippo Domini Nasce a Enna nel 1993 e inizia a danzare molto presto. Dal 2012 al 2014 frequenta MoDem – codici gestuali Compagnia Zappalà Danza. Nel 2014 collabora con la compagnia Giovanna Velardi per la produzione “Histoire du soldat”, e nel 2015 con la compagnia Petranuradanza per la produzione “South sensation”. Inizia a collaborare con la Compagnia Zappalà Danza nel 2015 partecipando a tutte le principali produzioni della compagnia. Nel 2017 partecipa in qualità di danzatore al progetto “Three Times Rebel” di Marina Mascarell, prodotto da Korzo Productions (NL). Attualmente collabora in modo continuativo con la Compagnia Zappalà Danza sia come danzatore sia nella divulgazione del linguaggio MoDem e frequenta il corso di laurea Arti e Scienze dello Spettacolo.
Erik Zarcone nato a Vercelli nel 1994, inizia gli studi all’età di 8 anni presso una piccola scuola vercellese. Si avvia agli studi professionali all’età di 18 anni passando per New York per poi tornare in Italia dove si diploma, a Roma, presso la Formazione Bartolomei. Decide poi di approfondire gli studi tornando negli Stati Uniti dove inizia le prime esperienze lavorative con compagnie locali. Rientra in Europa per lavorare come ballerino per il Landestheater Linz in Austria e successivamente entra a far parte della compagnia Aura dance theater in Lituania come ballerino e solista. Inizia la sua collaborazione con la Compagnia Zappalà Danza nell’aprile 2019 per la produzione La Giara.
Scenario Pubblico / Compagnia Zappalà Danza
Scenario Pubblico è oggi Centro di rilevante interesse nazionale riconosciuto dal Ministero della Cultura. Il riconoscimento è arrivato a coronamento della lunga storia della Compagnia Zappalà Danza e del suo fondatore Roberto Zappalà; trentadue anni di attività ricca di successi internazionali e non ultimo la realizzazione 20 anni fa di uno spazio all’avanguardia, Scenario Pubblico – raro esempio in Italia di centro coreografico europeo – che insieme a MoDem, il linguaggio della Compagnia Zappalà Danza, ha velocemente cambiato la percezione della danza nella città di Catania. Produzione, programmazione, residenze, formazione, incontri, video, seminari, letture e quant’altro concerne la materia corpo/performance, sono le numerose attività sviluppate dal Centro allo scopo di raggiungere una sempre maggiore, costante e autentica progettualità dell’attività creativa.
improvvisazione di danza con musica dal vivo a cura di
Francesco Mantero, percussioni e live electronics
Flavio Minardo, chitarra e live electronics
Riccardo Mini, chitarra acustica
MIMA DUO
Francesco Mantero – percussioni e live electronics
Flavio Minardo – chitarre e live electronics
In bilico tra composizione e improvvisazione, tra ragione e sragione, tra jazz e musica etnica , MIMA è un progetto mutevole che propone brani originali e libere improvvisazioni.
Francesco Mantero è un musicista talentuoso con una solida formazione. Ha studiato batteria con Golino, Cabezas e Di Benedetto, oltre ad armonia, composizione e canto. Ha creato due album completi e ha una vasta esperienza di esibizioni dal vivo. È attivo nel mondo della composizione per cinema e ambientazioni museali, con opere come “Ci(cli)cale” e “Giochi d’acqua”. Le sue creazioni sonore sono state presentate in contesti come Orticolario e mostre d’arte come “Net”. Ha ricevuto premi come la medaglia d’oro all’Hampton Court Palace Flower Show e la medaglia d’argento al Gardening World Cup di Nagasaki.
Flavio Minardo è un musicista poliedrico. Inizia lo studio della chitarra da autodidatta, specializzandosi nel fingerpicking e nella musica country. Successivamente studia chitarra jazz a Milano. Esplora la musica indiana con il sarod e il sitar, apprendendo da maestri rinomati in Nepal e India. Ha suonato chitarre acustiche, elettriche e sitar in diversi contesti musicali, spaziando dal free jazz all’etnico e al chill-out, partecipando a festival nazionali e internazionali e collaborando con vari artisti.
Riccardo Mini musicista, autore e regista teatrale.
È co-fondatore e compositore delle musiche del Collettivo Kun, con cui ha partecipato a festival in Italia e all’estero.
Ha collaborato con PACTA Salone, Teatro Arsenale, Teatro Filodrammatici, Teatro Carcano, Teatro del Buratto (Milano).
È interessato alla creazione di forme artistiche che esplorino l’incontro e la contaminazione tra musica elettronica, linguaggio, drammaturgia e improvvisazione.
Non è possibile prenotare per questo evento. Evento al completo.
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